Come abbiamo visto nelle pagine precedenti, grande fu sempre la
devozione degli ortani per S. Francesco di assisi. Si direbbe
quasi che questa nostra città goda di una speciale predilezione
da parte del Santo << tutto serafico in ardore>> il cui spirito
aleggiò sempre fra il popolo ortano, suscitatore di pace e di
bene.
È certo che la predicazione di S. Francesco a Orte lasciò un
ricordo profondo in tutte le generazioni che si succedettero
fino ai nostri giorni, e valse molto a tener vivo il culto
francescano la parola e l'opera di tanti illustri seguaci del
Poverello che attraverso i secoli esplicarono in Orte un fecondo
apostolato di bene
(Abbiamo già
detto che fu anche in Orte il Serafico Dottore S. Bonaventura
insieme a San Tommaso d'Aquino - I due grandi fari della
chiesa furono certamente ospiti dei Minori nel convento di S.
Angelo -oggi S, Francesco - poiché sotto il generalato di S.
Bonaventura, i francescani occupavano già tale convento).
Come in una magnifica gara infatti, tutte le principali branche
della grande famiglia francescana, vollero essere nella nostra
città degnamente rappresentate fino a qualche secolo fa con i
loro conventi: altri santi e beati e grandi predicatori
dell'ordine del Poverello non ricordati particolarmente in
questo opuscolo, trovarono sempre in Orte un campo fertilissimo
per la loro missione. Nel secolo XVIII, durante il vescovato,
crediamo, del venerabile Monsignor Tenderini, anche S. Leonardo
da Porto Maurizio venne in Orte a svolgere efficacemente la sua
missione.
Parecchi vescovi francescani ressero la nostra ntichissima ed
illustre Diocesi, e fra questi ci piace ricordare il compianto
Mons. Giacomo Alessandro Ghezzi, profondo filosofo e teologo,
predecessore dell'attuale, e che dopo essere stato molti anni
Custode ella Terra Santa lasciando tanti ricordi nella Palestina
del suo apostolato, governò con saggezza e prudenza la Diocesi
per quasi un quarto di secolo.
Anche oggi, e per opera specialmente dei benemeriti Padri del
convendto di S. Bernardino, unica comunità rimasta a
rappresentare le glorie francescane di Orte, il culto per il
grande Assisiate è molto rigoglioso.
Ed è perciò che nella ricorrenza del settecentesimo anniversario
del glorioso transito del Serafico Patriarca, Orte, memore e
riconoscente, non mancherà di dare al più santo degli italiani
ed al più italiano dei santi, una nuova, fervida dimostrazione
di affetto, una nuova conferma della sua grande devozione.
Visto, se ne permette la stampa
Orte, 26 Settembre 1926
GOFFREDO Vescovo